La mia storia
Sono nata in una famiglia di artigiani pittori e decoratori. Il mio bisnonno, il mio nonno e il babbo: 100 anni di storia. Ho vissuto in mezzo a colori, pennelli, tele e tavole di legno, e libri d’arte, tanti libri d’arte. Insieme a Topolino, sfogliavo libri che illustravano artisti e musei sparsi per il mondo ed è allora che mi sono innamorata di Caravaggio e dei pittori fiamminghi del 1600.
Ho avuto la fortuna di vedere preparare gli “intrugli” con cui venivano preparati i supporti dove poi si dipingeva (rigorosamente con colori a olio): pentole messe sul fuoco con gesso e colla, che permettevano a opera finita, di poterle invecchiare ad arte con “crackle” e patine varie. Quante Gioconde, Dame con l’ermellino, oppure riproduzioni di Brueghel sono uscite da quella bottega!
La bottega dei miei era situata in pieno centro a Firenze, in una piccola strada tra Piazza Madonna e Piazza Duomo all’ultimo piano di un palazzo storico e mio nonno e mio babbo lo dividevano con due pittori, Loris e il “Vannetti”, e con un famoso restauratore. Per me andare in bottega era sempre una festa!

Giorno di San Luca, santo protettore dei pittori. Sul tavolo la statua del santo.
Da dx verso sx: il secondo è il bisnonno Angiolo, detto Angiolino e il bambino a sx è Riccardo, mio padre, all’età di 12 anni.

Mio nonno è stato autore di decorazioni in tante ville storiche fiorentine, per esempio Villa Viviani a Settignano. E’ sempre lui che ha fatto le copie di tutti i quadri originali della famiglia Branca quando hanno avuto la necessità di doverli sostituire.
Poi sono cominciate le commesse da parte di alberghi importanti: In Italia il Grand hotel Excelsior di Roma, Il Savoy di Milano, A Firenze St. Regis, Westin Excelsior solo per citarne alcuni.
All’estero il Royal Olimpic di Atene, il Meridien del Cairo, L’Imperial di Vienna, Ville private a Londra, Parigi, negli Stati Uniti, a Mosca, a Reykjavik.
Tornando a me, a 15 anni mentre frequentavo l’ISA, già producevo piccole opere che riuscivo a vendere ai vecchi clienti della bottega. Una volta diplomata è stato naturale entrare a far parte della squadra. Tra gli anni ’70 e ’80 mio padre ha insegnato a lungo presso due università d’arte statunitensi e nel 1985 ho avuto modo di affiancarlo nella docenza: sicuramente una bellissima esperienza.
Adesso ho un negozio che è la mia bottega nel Chianti e qui porto avanti al tradizione di famiglia dal 2010, quando mio padre si è ritirato, ed ha affidato a me la ditta Bianchi Riccardo. Tante cose sono cambiate e tanto tempo è passato, ma una cosa che non è cambiata è sicuramente la mia passione per questo lavoro. Un amico dice di me: “Tu sei nata in un tubetto di colore!”
La mia è una famiglia di artigiani e pittori da tante generazioni e anche io, come Altero, mio nonno, ho frequentato l’Istituto d’arte di Firenze. Per me, come per tanti artigiani, il lavoro è soprattutto amore, studio, sperimentazione continua, confronto con la tradizione, scoperta e riscoperta.
Sicuramente, vivere a Firenze in primo luogo, e poi, vivere fin da piccola in mezzo a colori e pennelli, ha condizionato la mia scelta di intraprendere questa attività.


Altero

Primissimi anni ’60.
Altero nello studio di via Zannetti in Palazzo Martelli.
